
Tra arte Drag, iniziative future e il prossimo Pride, intervista alla presidente dell’Arcigay Cosenza, Alessandra Lucanto
Il sipario si è alzato il 13 giugno sul palco del Teatro Comunale di Mendicino, ma in realtà a brillare sono state le storie, le identità e i sogni di una comunità che ha scelto l’arte per affermare libertà, diversità e orgoglio.
È stato un tripudio di colori, piume, musica e sentimenti il gran finale del laboratorio di Arte Drag promosso da Arcigay Cosenza, un percorso partecipato e trasformativo che ha portato alla nascita di cinque nuove Drag Queen cosentine, pronte a portare sul palco e nella società il loro messaggio di bellezza, provocazione e consapevolezza.
Un teatro gremito e caloroso ha accompagnato l’esibizione di queste nuove stelle del panorama Drag, figlie di un percorso che non è stato solo performativo, ma soprattutto umano e collettivo.
Perché l’arte Drag, come ha spiegato la presidente di Arcigay Cosenza Alessandra Lucanto, è da sempre una forma di resistenza, una celebrazione della libertà di espressione, un atto politico che abbraccia il corpo, la voce, la storia.
Non è un caso se figure internazionali come RuPaul, Bianca Del Rio e Priscilla, abbiano saputo abbattere muri e conquistare spazi mainstream, ma la vera rivoluzione passa anche e soprattutto dai territori, come dimostra il fermento cosentino che ha visto già protagoniste Drag locali come la vulcanica Zia Gina e l’eclettica Rateds, insegnanti del corso Drag e oggi testimoni e madrine di una nuova generazione che si affaccia con coraggio e stile.
Con il patrocinio del Comune di Mendicino e la partecipazione dell’assessora alla Cultura Rossella Giordano, che ha ribadito la piena disponibilità dell’amministrazione a collaborare in futuro con Arcigay, la serata ha rappresentato molto più di uno spettacolo: è stata la conferma che l’arte può essere un veicolo di inclusione e una voce forte contro ogni forma di marginalizzazione.
Dietro il trucco, le parrucche, le luci e i tacchi vertiginosi, si cela infatti un percorso intenso fatto di confronto, scoperta e coraggio.
Lo ha raccontato con grande lucidità Alessandra Lucanto, presidente di Arcigay Cosenza, che ha rilasciato un’intervista che vogliamo proporvi integralmente, per cogliere a fondo il significato culturale, sociale e politico di questo momento.
INTERVISTA AD ALESSANDRA LUCANTO – PRESIDENTE ARCIGAY COSENZA
Il laboratorio di Drag Queen si è appena concluso con una partecipazione vivace e molto sentita.
Qual è stato, secondo lei, il valore culturale e sociale di questa esperienza per la comunità locale, e quali sono i prossimi passi per continuare a promuovere l’espressione artistica e l’inclusività?
“L’arte drag ha da sempre rappresentato nella comunità LGBTQIA+ un valore culturale e sociale molto profondo, portando con sé quasi una dualità tra un aspetto più spettacolare e festaiolo ad un altro di lotta e provocazione.
Per la comunità locale che ha partecipato allo spettacolo, è stata di certo un’occasione per mostrare anche ciò che si è creato dietro le quinte, ovvero uno spazio di partecipazione, confronto e riconoscimento reciproco.
Questa seconda edizione ha permesso, ancora una volta, di dare visibilità a voci e identità spesso marginalizzate, rafforzando il senso di appartenenza e valorizzando la diversità come risorsa collettiva. Attraverso l’espressione artistica, le persone coinvolte hanno potuto raccontarsi, condividere emozioni e costruire legami; il calore del pubblico ha mostrato che una comunità coesa, consapevole e accogliente si può educare.
Per proseguire su questa strada, è fondamentale garantire continuità e accessibilità a questo genere di percorsi artistici, coinvolgere le realtà educative e sociali del territorio e sostenere le giovani generazioni (e non) nell’esplorazione della propria creatività.
I prossimi passi potrebbero includere la creazione di spazi dedicati e strutturati per svolgere al meglio queste attività. Far sì che non solo le associazioni ma anche le istituzioni locali si impegnino a promuovere laboratori interculturali e intergenerazionali per rendere l’arte uno strumento di trasformazione sociale duratura.”
L’Arcigay è da tempo un presidio importante sul territorio per i diritti e la visibilità delle persone LGBTQIA+. Quali sono le attività e le iniziative che l’associazione sta portando avanti attualmente in città, e quanto è cresciuta in termini di partecipazione e consapevolezza la rete locale?
“Tra le iniziative attualmente in corso spicca il progetto “Rugby Cosenza Open Club”, nato in collaborazione con la squadra cittadina del Rugby Cosenza per creare il primo team sportivo LGBTQIA+ in Calabria. Sul fronte culturale, l’associazione è molto attiva con cicli di proiezioni “Cinefuori!” e incontri come il club del libro “Pagine Arcobaleno”. Non possiamo poi non citare la collaborazione al CAD, il Centro Antidiscriminazioni LGBT+, sostenuto insieme ad Arci Cosenza e Arci RED, che offre supporto psicologico, legale e sportelli di accoglienza dedicati a persone migranti LGBTI+. Non mancano, inoltre, iniziative dedicate alla prevenzione della salute sessuale, come il Checkpoint HIV e momenti informativi durante gli eventi pubblici.
L’associazione è anche promotrice del Cosenza Pride dal 2017, sebbene l’iniziativa abbia visto successivamente uno stop di qualche anno, siamo riusciti a riportare il corteo tra le strade di Cosenza lo scorso 22 giugno 2024 e stiamo per rifarlo il prossimo 21 giugno 2025. In termini di partecipazione e consapevolezza, la rete locale è cresciuta in modo visibile. C’è maggiore coinvolgimento da parte delle persone volontarie, attiviste e cittadine, così come una più ampia disponibilità alla collaborazione da parte delle istituzioni e di molte realtà locali. Questo dimostra non solo una crescita numerica, ma anche un’evoluzione culturale.”
In vista del prossimo Pride, diversi comuni hanno concesso il patrocinio, un gesto che nel 2025 dovrebbe rappresentare la normalità. Può raccontarci quanti e quali enti hanno aderito, e come valuta questa apertura istituzionale rispetto al passato?
“Quest’anno abbiamo registrato una partecipazione istituzionale particolarmente significativa: numerosi Comuni della provincia hanno concesso il patrocinio, confermando come nel 2025 questo gesto non debba più essere percepito come straordinario, ma come un atto dovuto di riconoscimento e sostegno ai diritti civili.
Oltre al Comune di Cosenza, che per il secondo anno consecutivo ha patrocinato e sostenuto attivamente il Pride, hanno aderito ufficialmente anche i Comuni di San Pietro in Guarano, Diamante, Rose, San Martino di Finita, Paterno Calabro, Frascineto, Casali del Manco, Castiglione Cosentino, Castrolibero, Cerisano, Bisignano, Aiello Calabro, Sant’Agata d’Esaro, Spezzano della Sila, Trebisacce, Oriolo e ovviamente Mendicino.
Si tratta quindi di una rete istituzionale estesa e composita, che copre sia il capoluogo che realtà più piccole dell’entroterra calabrese.
Rispetto al passato, e in base anche al lavoro svolto insieme in alcune di queste città, possiamo dire che il patrocinio non è più il frutto di battaglie isolate o concessioni politiche eccezionali, ma una scelta consapevole da parte delle amministrazioni comunali, spesso accompagnata da dichiarazioni chiare sul valore del Pride come momento di educazione civica, contrasto all’odio e promozione dell’uguaglianza.
Molti degli enti patrocinanti hanno inoltre aderito alla Rete Re.A.Dy (la Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti-discriminazioni), e diversi hanno già introdotto strumenti concreti di inclusione, come il riconoscimento dell’identità alias per persone transgender. L’apertura istituzionale che osserviamo oggi non solo rafforza la legittimità e il valore del Pride, ma rappresenta anche una responsabilità collettiva: costruire territori in cui nessuna persona sia costretta a nascondersi o a sentirsi sola. In questo senso, i patrocini concessi nel 2025 sono un indicatore importante del cambiamento culturale in atto nella nostra regione.”
Il prossimo Cosenza Pride, atteso per il 21 giugno, si preannuncia come un momento di festa, ma anche di riscatto collettivo.
Le strade si coloreranno di bandiere arcobaleno, ma soprattutto di voci che chiedono ascolto, rispetto, uguaglianza.
Un corteo che non teme più il giudizio, perché sostenuto da una rete di comuni che hanno saputo superare antichi pregiudizi e dimostrare, con coraggio, che il futuro si costruisce solo insieme.
E mentre le nuove Drag Queen iniziano il loro cammino artistico, eredi di un’arte che ha fatto del dissenso una forma estetica, Cosenza e la sua provincia danno prova di maturità, sostenendo cultura, visibilità e diritti.
Non è solo spettacolo: è storia che cambia.
@articolo di Francesca Mirabelli su Montalto Uffugo News


















